PALAZZO PIROLA piazza della Repubblica, 1 – Gorgonzola
INAUGURAZIONE venerdì 25 novembre ore 17.30
Ingresso libero
Heric Harland – Drummer Blue Note Milano – Italy | 04 November 2018
Una grande passione per la musica unisce gli espositori de “La musica che gira intorno”, mostra scelta per animare Palazzo Pirola in occasione della 238esima Fiera di S. Caterina sabato 26 e domenica 27 novembre 2022.
Le foto, che immortalano alcuni dei più grandi musicisti e delle band della panorama musicale internazionale, entrano in dialogo con radio d’epoca e chitarre che hanno fatto la leggenda, in un’esposizione unica nel suo genere, che evoca suoni e racconta con immagini.
Nelle sale del percorso espositivo trova spazio un’ampia panoramica di scatti live realizzati da Sandro Niboli in oltre vent’anni di attività. Tra i moltissimi artisti immortalati durante le esibizioni ricordiamo Elton John, Sting, Bruce Springsteen, Billy Cobhan, Paolo Conte, Enrico Rava, Vasco Rossi.
Dietro ogni scatto c’è una storia, un’attenzione al dettaglio, nel saper cogliere l’attimo in cui la luce avvolge la scena per fissare l’immagine in un qualcosa che racconta e interpreta il mondo della musica in modo autentico ma anche capace di emozionare.
Per questo viene prediletto il bianconero, moderno e classico allo stesso tempo, dove il contrasto dei chiaro scuri pone l’artista e il suo carisma al centro della scena, catturando l’attenzione dello spettatore.
Sandro Niboli nasce a Lumezzane (BS) nel 1965 e successivamente si trasferisce a Pessano con Bornago (MI) per poi trasferirsi a Gorgonzola (MI). Si appassiona alla fotografia già da giovane e frequenta diversi corsi a Milano per apprenderne le tecniche e le infinite possibilità di creazione artistica.
Nel suo percorso di ricerca artistica e di crescita professionale, s’intrecciano numerose esperienze di taglio differente, dalla cronaca locale agli eventi, dallo sport alla musica live. Fotografare per lui significa raccontare, cogliere emozioni e sentimenti attraverso le immagini.
Fino al 30 ottobre 2022 sarà Milano Photofestival, la grande rassegna di fotografia d’autore che, giunta alla sua diciasettesima edizione, torna in presenza.
Il festival diffuso, che ha come epicentro Milano e la sua area metropolitana, si espande in un numero crescente di province lombarde (Bergamo, Brescia, Monza, Lecco, Varese) e italiane da Milano all’hinterland contando 153 mostre, 115 sedi espositive tra gallerie d’arte, musei, spazi istituzionali e privati, negozi, e biblioteche.
Il tema scelto dal comitato organizzatore per Photofestival 2022 è “Ricominciare dalle immagini. Indagini sulla realtà e sguardi interiori”. La complessità del periodo che stiamo vivendo ha richiesto a ciascuno di noi di modificare i propri comportamenti e il modo di operare, e mai come ora la fotografia ha un ruolo fondamentale nelle nostre vite, aiutandoci a esplorare l’articolata realtà che ci circonda e noi stessi, con occhi diversi, recuperando una normalità mai come ora apprezzata.
«Stiamo uscendo da una situazione di generale sgomento dove per un po’ di tempo abbiamo perso i consueti punti di riferimento e abbiamo faticato a ritrovarli ripetendoci, anche senza crederlo davvero, che solo la bellezza avrebbe potuto salvare il mondo».
«I fotografi – che in molti casi si erano limitati a inquadrare metafisici paesaggi urbani desolatamente privi di vita – hanno ripreso a produrre progetti capaci di proiettarli e proiettarci in una nuova dimensione di cui forse avevamo dimenticato l’importanza: quella della volontà creativa che dà senso alla vita. In altre parole, della normalità».
Roberto Mutti, direttore artistico di Photofestival
Per l’ottavo anno consecutivo, dal 14 al 30 ottobre 2022 confermata la presenza di Photofestival a Gorgonzola, nello spazio espositivo di Palazzo Pirola con quattro mostre personali, che dimostrano l’ampliamento dei linguaggi della fotografia che questa sempre più ricca galleria di visioni porta nel panorama culturale italiano.
INAUGURAZIONE venerdì 14 ottobre 2022, ore 18.00
Apertura al pubblico: dal mercoledì alla domenica 10.00-12.00 |16.00-19.00
AA. VV. RITRATTO SOCIALE AL TEMPO DEL COVID
in collaborazione con CNA Il dramma della cassa integrazione. La mancanza di liquidità. La trasformazione dei processi produttivi. La rabbia verso le istituzioni. Ma anche le speranze di cambiamento, l’opportunità di ripensare il business. E soprattutto la dignità del lavoro, la solidarietà, la consapevolezza di essere più comunità di ieri. Sono alcuni degli aspetti che emergono dalle interviste e dalle fotografie scattate dai giorni del lockdown di aprile 2020 in poi da alcuni fotografi aderenti a CNA per documentare la vita degli imprenditori artigiani al tempo del Covid 19. Un racconto corale del modo in cui artigiani e imprese hanno attraversato e guadato la crisi.
Giuseppe Candiani INCONTRI
Un percorso intimo quasi autobiografico, perché per Candiani eseguire ritratti è un modo per instaurare rapporti amichevoli e lasciare una sensibile traccia di umanità. Un incontro è un avvenimento importante da cui può nascere un’amicizia e senza dubbio un’esperienza significativa. E con umiltà, decisione e complicità il fotografo crea con i soggetti ritratti empatia e sintonia. Così fotografi, modelle e persone comuni sono ripresi prevalentemente in bianco e nero, anche se nello sviluppo del progetto anche il colore ha una sua significativa presenza.
AA. VV. IL SILENZIO IN FOTOGRAFIA
Siamo investiti dal frastuono di migliaia di immagini, sembra non si abbia più tempo per riflettere prima di azionare il pulsante di scatto. Le fotografie urlano, schiamazzano, ma in pochi attimi sono dimenticate. È necessario conquistarlo il silenzio, per questo Raoul Iacometti ha creato il progetto/workshop Il silenzio in fotografia in cui i partecipanti hanno vissuto un’esperienza dove scattare la fotografia è stato l’ultimo passaggio di una serie di pensieri, pause, dialoghi e momenti di ascolto. Nonostante l’utilizzo di fotocamere digitali e cellulari di ultima generazione, si è contemplata l’attesa, gustando l’attimo prima di ogni scatto.
Lorenzo Salvatori ESTATE ITALIANA
Lorenzo Salvatori si muove intorno a quegli spazi incantati che si trovano tra la terra e il mare. In questo variopinto reportage il fotografo racconta la vita di tutti noi. Quella vita che prende la formazione di ombrelloni accavallati, frigo portatili, sgabelli e tavoli pieghevoli incastonati tra asciugamani palette e secchielli che formano scene di vita quotidiana, talvolta grottesca, in riva al mare. Le spiagge si colorano come tele di Pollock, una visuale pop di uno scenario che viviamo ogni volta che tocchiamo la sabbia con i piedi.
La mostra “Visioni. Percorsi pittorici condivisi” riflette su quanto la condivisione di uno spazio dedicato all’attività artistica sia importante alla costruzione di una propria personalità. In senso più ampio, il contesto è infatti un elemento imprescindibile alla formazione dell’identità di ciascun individuo, che dunque si riflette anche nella sua produzione pittorica.
Ciascuno degli artisti presentati ha maturato nel corso del tempo una propria visione, cercando di tradurla concretamente attraverso la pittura. La condivisione di questo percorso di elaborazione personale in un comune laboratorio ha dato vita a un ambiente di confronto e di crescita, ripercuotendosi sull’attività artistica ciascuno. Per questo motivo, si è scelto di suddividere le opere per tematiche e sentimenti comuni: ALIENAZIONE E SOLITUDINE • ADERENZA ALLA REALTA’ • IMMAGINARIO SURREALE • ASTRAZIONE
Angelo Marchesi, Anna Soldati, Carla Vitali, Carmen Bianchetti, Cinzia Brambilla, Elena Poli, Elvira Faenza, Francesco Cipolla, Giovanni Politi, Ines Cremonesi, Marilena Marrese, Marialuna Trevisan, Mariangela De Ponti, Massimo D’Ambrosio, Matilde Padoan, Matteo Saronni, Monica Spigato, Paola Galleani, Paola Manzoni, Renza Concaro, Silvia Gironi, Sonia Guariso, Teresa Campora, Tina Radici, Viviana Nigrelli
PALAZZO PIROLA piazza della Repubblica 1, Gorgonzola
10 aprile – 7 maggio 2022
INAUGURAZIONE sabato 9 aprile 2022 ore 17.30
Orari: da martedì a venerdì: 16.00 – 18.00 sabato e domenica: 10.00-12.00 | 15.00-18.00 Chiuso a Pasqua
Illustrazioni a colori e in bianco e nero, schizzi, acqueforti e litografie per un totale di 80 opere originali di Sergio Toppi entrano nelle sale di Palazzo Pirola a Gorgonzola dal 10 aprile al 7 maggio 2022.
Il percorso espositivo vuole rendere omaggio a uno dei protagonisti della storia dell’illustrazione e a uno dei maestri del fumetto italiano a dieci anni dalla scomparsa.
L’allestimento racconta l’universo immaginifico di Toppi facendone conoscere alle nuove generazioni il suo stile visivo e narrativo che, attraverso tratto, colore, scelta di personaggi e storie emozionanti, introducono lo spettatore in mondi onirici e surreali, dove la fantasia è profondamente legata alla realtà.
Con la mostra Soprannaturale dedicata a Sergio Toppi, l’Amministrazione comunale inaugura il percorso “LAPIS – Grandi disegnatori a Palazzo Pirola”, un ciclo di mostre dedicate ai grandi maestri dell’illustrazione e del fumetto.
«In un momento storico che dà grande importanza all’immagine – ha spiegato Nicola Basile, assessore alla cultura del Comune di Gorgonzola – vogliamo presentare una rassegna che metta al centro la creatività immaginativa della mente e le capacità realizzativa del disegno da parte di coloro che hanno fatto di questa passione per l’illustrazione una vera e propria arte».
«Sergio Toppi – continua Basile – con l’uso sapiente di tratti e colore, crea piani e sfondi che danno vita a ciò che rappresenta violando i limiti fisici delle pagine, catapultando lo spettatore in mondi sconosciuti e familiari. Un talento unico quello del fumettista milanese capace di precorrere i tempi con novità grafiche ancora oggi in uso nello storytelling mediatico».
«È stato uno dei fumettisti ed illustratori europei più importanti del Novecento – ha sottolineato il curatore Cristoforo Moretti. – Il Maestro dei Maestri (lo definì Sergio Bonelli), diventato universalmente famoso per la libertà potente e personalissima delle sue tavole pluridimensionali, che hanno influenzato e continuano ad influenzare i disegnatori di tutto il mondo. Un illustratore “soprannaturale”, che con il soprannaturale si è confrontato più volte, lasciando segni indelebili nei ricordi dei suoi lettori piccoli e grandi».
Quando gli storici dell’arte si accorgeranno che è esistito anche il fumetto come forma d’arte, a Toppi verrà assegnato un capitolo fondamentale. Noi che lo abbiamo amato possiamo solo ringraziarlo, per le storie e i disegni che ci ha lasciato con passione, umiltà e libertà.
Vincenzo Mollica – TG1 della sera, 20 agosto 2012
Nota biografica
Sergio Toppi nasce il giorno 11 ottobre 1932 a Milano.
Dopo il Liceo Classico Berchet si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e debutta negli anni ’50 nel mondo dell’illustrazione lavorando per una casa prestigiosa come la UTET, per poi collaborare con gli studi d’animazione Pagot in diverse campagne pubblicitarie.
Il vero e proprio esordio da fumettista è del 1966 per il prestigioso “Il Corriere dei Piccoli”, primo giornale in assoluto, in termini di copie vendute, rivolto ai bambini. Su testi di Carlo Triberti, tra le pagine del celebre mensile prendono così corpo le storie mitiche del Mago Zurlì. Su questa testata Toppi realizzerà anche numerose storie a sfondo bellico o legate ad episodi di cronaca come la biografia a fumetti di Pietro Micca.
Dal 1972 collabora anche al “Corriere dei Ragazzi” per le serie “Fumetto verità” e “I grandi nel giallo” e al “Messaggero dei Ragazzi” dal 1977 al 1979 con numerosi fumetti storici su testi di Mino Milani affinando ulteriormente il suo personalissimo stile. Collabora anche con altre riviste di fumetti italiane da “Linus” a “Sgt Kirk”, da “Corto Maltese” a “Il Giornalino”, pubblicando decine di storie e illustrazioni.
Per la Bonelli realizza il decimo volume della serie I protagonisti nel 1975 e, tra il 1976 e il 1978, tre volumi per la collana Un uomo un’avventura edita da Cepim: “L’uomo del Nilo”, “L’uomo del Messico” e “L’uomo delle Paludi”.
Uno delle serie più note fu una trasposizione a fumetti de Le mille e una notte intitolata Sharaz’De originariamente serializzato su Alter Alter nel 1979 e successivamente pubblicato anche in Francia e in Spagna.
Tra le infinite collaborazioni nella carriera di Toppi è impossibile non ricordare la sua collaborazione con Enzo Biagi per il capitolo “Americani” inserito nella “Storia dei popoli a fumetti” della Mondadori.
Tra i principali riconoscimenti ricevuti vanno ricordati il premio Yellow Kid (1975), i premi Caran D’Ache e A.N.A.F.I. (1992), il Romics d’oro (2006).
È morto a Milano il 21 agosto 2012 all’età di 79 anni.
Fotografia e suono si incontrano in una polifonia di nudi
Orari apertura dal lunedì al venerdì: 18-20 sabato e domenica: 10-12 | 15-18
Dal 24 marzo al 3 aprile Palazzo Pirola di Gorgonzola ospita la mostra “Corpo Polifonico”, un’opera interdisciplinare di Neringa Rekašiūtė, composta di fotografie di nudo e composizioni sonore degli antichi canti polifonici lituani destrutturati in chiave moderna dalla compositrice Agnė Matulevičiūtė.
Il nudo e i primordiali canti pagani, conosciuti anche come i mantra lituani, coinvolgono e accompagnano l’ascoltatore in uno stato di trance dove ci si riappropria di una maggiore sensibilità di sguardo e percezione. Nelle fotografie le persone nude sono catturate nei momenti di transizione, trasformazione, di incontro primordiale con la natura e con sé stessi: ne rinascono, ritornano alla concezione circolare del tempo spogliandosi del proprio involucro contemporaneo.
“In questo frammentato mondo moderno le possibilità di connettersi in teoria sono versatili come non mai e capaci di annullare la distanza, ma in realtà viene a mancare quel genuino, tangibile stare con sé stessi e gli altri. Un paradosso, dovuto a mio avviso al rapido sviluppo tecnologico a cui le nostre menti e i nostri corpi faticano a stare dietro.
Viviamo in un’epoca di tecno-feudalesimo con coscienze impossessate e corpi schiavizzati. Per questo il mio obiettivo, prima di tutto in quanto essere umano e poi artista, è cercare come liberarsi, come percepire il proprio corpo in modo nuovo, superando la rigidità dettata dalla razionalità”,
afferma l’artista NeringaRekašiūtė.
La mostra si snoda in quattro sezioni, Terra, Aria, Fuoco e Acqua, in un percorso fotografico e sonoro da cui emergono gli elementi sacri comuni a molte culture. Elementi che consentono di tornare all’origine delle origini, agli albori.
Le opere in esposizione saranno in vendita firmate e autenticate dall’artista. Il ricavato sarà donato a Blue/Yellow for Ukraine, organizzazione non governativa lituana che dal 2014 si occupa di aiuti a favore dell’Ucraina.
L’apertura ufficiale della mostra è prevista per la sera del giovedì 24 marzo alle ore 18.00.
L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 26 marzo alle ore 16.00.
Nota biografica
Neringa Rekašiūtė (1988) è un’artista interdisciplinare che utilizza fotografia, poesia, video, suono e performance come mezzi della sua ricerca artistica. Attualmente segue un master in politica e mass media all’Università di Vilnius. Ha una laurea in fotografia dall’Università di Middlesex di Londra e una laurea in relazioni internazionali e scienze politiche dall’Università di Vilnius.
Neringa è famosa in Lituania e all’estero per i suoi progetti artistici che affrontano temi socialmente sensibili: We.Women, They Won a Lottery, Islam in Lithuania, Many of Us, Supersheroes, 9 Lindens, Men are Flowers, Post-Nuclear Identity. Le sue fotografie sono state pubblicate su The Guardian, The Huffington Post, Dazed&Confused, Vanity Fair Italia, La Repubblica, Radio Free Europe.
Mostre personali:
Islam in Lithuania, mostra fotografica presso la galleria della Commissione nazionale lituana per UNESCO (2015)
Supersheroes, mostra fotografica presso il ministero degli Esteri della Lituania e l’Ambasciata svedese in Lituania (2016)
Post-Nuclear Identity, mostra fotografica presso il Narva Art Residency, Estonia (2018)
Men are Flowers, mostra fotografica presso l’Art Printing House, Vilnius (2020)
Mostre collettive internazionali:
Of the Afternoon a Londra (2012)
Nuit de la Photo, festival internazionale di fotografia a La Chaux-de-Fonds in Svizzera (2017)
The Auckland Festival of Photography, Auckland, Nuova Zelanda (2019)
Les Photaumnales, foto festival, Beauvais, Francia (2019)
CONTATTI STAMPA Jurga Po Alessi | [email protected] M. +39 346 7238999
Si da spesso per scontato che un pittore sia figlio delle suo tempo e delle tendenze artistiche predominanti nel periodo della sua vita. La mostra antologica del pittore Vicenzo Gornati cambia invece completamente prospettiva: del suo tempo assume con impegno le grandi domande sull’esistere, dell’umano che si apre al trascendente.
Questo binomio artistico “umano-oltre” sembra ricuperare, almeno dal punto di vista umano, quella visione esistenzialista e tormentata del novecento, dove l’uomo è rappresentato nella sua nudità, spogliato di ogni formalità: fragile, vuoto, disperato.
La sua tavolozza, tipicamente espressionista, diventa un “urlo di colori” dove la disperazione è l’ultimo gradino verso il nulla. Eppure prima di arrivare a questo fondo l’uomo, in ogni sua sfaccettatura, diventa l’artigiano del suo divenire. In questi quadri spunta spesso il giallo che diventa il punto focale dell’opera. Con la sua luce mostra tutti i particolari del quotidiano. Al contrario, se dell’uomo si desiderano esaltare i limiti o i momenti di gioia, la scelta di Gornati diventa una gamma di rossi che non solo interrompono il grigio degli abiti quotidiani, ma diventano l’attore indispensabile del quadro, perché proprio in quelle situazioni si costruiscono i contatti veri o le incomprensioni che portano all’ isolamento.
In questa mostra antologica, si trovano i contenuti del mio percorso artistico: il tentativo di narrare per immagini le domande esistenziali di sempre, sull’uomo, la sua storia e del suo rapporto con l’Altro, il trascendente, l’indicibile. Di questo mio percorso pittorico fa sintesi il titolo scelto per la rassegna. “Da questa casa di fango”, da dentro questa nostra esistenza fragile e complessa, alla ricerca inquieta di un senso, fino “…a scrutare l’oceano del cielo”, un Oltre e sete di infinito che ci abitano. L’esistenza umana è per sua natura fragile.
La fragilità come ombra, come notte oscura dell’anima, ma anche come grazia, come linea luminosa della vita che apre a infiniti orizzonti di senso. Cosa sarebbe la condizione umana stralciata dalla fragilità e dalla sensibilità, dalla debolezza e dalla instabilità, dalla vulnerabilità e dalla finitudine, e insieme dalla nostalgia e dall’ansia di un infinito, anelato e mai raggiunto?
Eugenio Borgna
BIOGRAFIA
Sono nato a Ossona nel 1944, un piccolo paese del Magentino. Vivo ed opero a Vimodrone. Pur nelle sue forme evolutive, la mia è una pittura figurativa, caratterizzata dall’uso dell’acrilico, spesso su tele di grande formato. Contorno le mie opere di una simbolica narrativa, sviluppata per cicli tematici. L’iniziale pittura sociale. L’arte sacra, espressa in modo particolare attraverso le tavole della Biblia Pauperum. Il ciclo di “Il grido dell’uomo e il silenzio di Dio”, con immagini sull’uomo storicizzato nel suo dramma di esistere e le sue domande. Altre opere narrano di viaggi fantastici e di incursioni dentro il mondo della “Follia creativa” e delle fiabe, a dare forme e colore a quell’essenziale, nascosto sotto alle apparenze e visibile solo agli occhi del cuore. Di recente mi sono dedicato anche all’arte su strade, i murali, come espressione di arte pubblica. L’ultimo lavoro, dopo quello di Carugate e di Vimodrone, è stato il murale realizzato ad Ossona, dove è rappresentato “Al Gamba de Legn” con la vecchia stazione ed aneddoti correlati al mitico tranvai che collegava Milano con l’hinterland. Ho esposto le mie opere soprattutto in spazi pubblici: chiese, teatri, scuole, sale comunali.
Autodidatta, attualmente mi ispiro alle forme e alla creatività di Emilio Tadini, alla simbolica di Marc Chagall, alla poetica e spiritualità di Davi Maria Turoldo, ma soprattutto alla fantasia creatrice dei bambini.
Fra estetica dell’abbandono e sentimenti nel tridimensionale
PERSONALE DI FRANCO ERRENI
INAUGURAZIONE sabato 6 novembre 2021, ore 16.30
Si addice bene questa parola evoluzione al percorso artistico di Franco Erreni: la sua è la ricerca continua di forme espressive e di tematiche che possano sempre di più comunicare la sua ansia di approfondire il senso delle cose.
Una evoluzione, appunto, che si esprime dal passaggio dalla prima pittura (sotto l’influsso paterno) di paesaggi bucolici, cieli pieni di nuvole, campi, silenzio e poesia alla scintilla scoccata davanti alla materia inerte per eccellenza: gli scarti e i cumuli di spazzatura.
“Erreni sembra voler dire la profonda convinzione che vi è nelle cose una qualità ostinata e caparbia, che si conserva anche quando si trovano consegnate all’abbandono. Di più, egli afferma che questa è una qualità estetica, che si rinforza nonostante ogni contraria apparenza e proprio in virtù del luogo: desolato stratificarsi di memorie. Egli opera dunque la scelta di un soggetto di forte impatto sociale, che non si impone tuttavia per il suo valore ideologico, ma si dispiega per tramite poetico come categoria estetica squisitamente pittorica”.
Evoluzione infine nella materialità della forma espressiva della scultura. In questa nuova tridimensionalità, la ricerca rimane sempre la stessa: quella di un senso morale nelle dinamiche del vivere, dalla poesia dei sentimenti alla denuncia sociale. Sculture dalle cui levigate superfici Erreni sa proporre significati e riflessioni sempre sorprendenti.
Biografia
Nato a Milano nel 1952, ha ereditato dal padre Sergio la passione per il disegno e la pittura, iniziando sotto la sua guida ad usare colori ad olio. Nel tempo, questa sua forte passione per la pittura è diventata una componente fondamentale della sua vita, cui ha dedicato energie e studi.
Nel 1989 frequenta il corso di disegno, pittura e Storia dell’Arte organizzato dal Comune di Gorgonzola e tenuto dai maestri Loris Riva e Giorgio Carlassara.
Dal 2008 al 2013 ha frequentato corsi di pittura e di disegno dal vero presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA).
Da qualche anno si sta dedicando alla scultura lignea ed alla modellazione della creta; insieme ad una scuola di artisti, partecipa a numerose esposizioni collettive e simposi.
IN MOSTRA fino al 21 NOVEMBRE 2021 • dal lunedì al venerdì 15.00-19.00 • sabato e domenica 10.00-12.00 |14.00-19.00