Da questa casa di fango

Mostra antologica di pittura di Vincenzo Gornati

INAUGURAZIONE
sabato 4 dicembre 2021, ore 16.00

Si da spesso per scontato che un pittore sia figlio delle suo tempo e delle tendenze artistiche predominanti nel periodo della sua vita. La mostra antologica del pittore Vicenzo Gornati cambia invece completamente prospettiva: del suo tempo assume con impegno le grandi domande sull’esistere, dell’umano che si apre al trascendente.

Questo binomio artistico “umano-oltre” sembra ricuperare, almeno dal punto di vista umano, quella visione esistenzialista e tormentata del novecento, dove l’uomo è rappresentato nella sua nudità, spogliato di ogni formalità: fragile, vuoto, disperato.

La sua tavolozza, tipicamente espressionista, diventa un “urlo di colori” dove la disperazione è l’ultimo gradino verso il nulla. Eppure prima di arrivare a questo fondo l’uomo, in ogni sua sfaccettatura, diventa l’artigiano del suo divenire. In questi quadri spunta spesso il giallo che diventa il punto focale dell’opera. Con la sua luce mostra tutti i particolari del quotidiano. Al contrario, se dell’uomo si desiderano esaltare i limiti o i momenti di gioia, la scelta di Gornati diventa una gamma di rossi che non solo interrompono il grigio degli abiti quotidiani, ma diventano l’attore indispensabile del quadro, perché proprio in quelle situazioni si costruiscono i contatti veri o le incomprensioni che portano all’ isolamento.

In questa mostra antologica, si trovano i contenuti del mio percorso artistico: il tentativo di narrare per immagini le domande esistenziali di sempre, sull’uomo, la sua storia e del suo rapporto con l’Altro, il trascendente, l’indicibile.
Di questo mio percorso pittorico fa sintesi il titolo scelto per la rassegna. “Da questa casa di fango”, da dentro questa nostra esistenza fragile e complessa, alla ricerca inquieta di un senso, fino “…a scrutare l’oceano del cielo”, un Oltre e sete di infinito che ci abitano. L’esistenza umana è per sua natura fragile.

La fragilità come ombra, come notte oscura dell’anima, ma anche come grazia, come linea luminosa della vita che apre a infiniti orizzonti di senso.
Cosa sarebbe la condizione umana stralciata dalla fragilità e dalla sensibilità, dalla debolezza e dalla instabilità, dalla vulnerabilità e dalla finitudine, e insieme dalla nostalgia e dall’ansia di un infinito, anelato e mai raggiunto?

Eugenio Borgna

BIOGRAFIA

Sono nato a Ossona nel 1944, un piccolo paese del Magentino. Vivo ed opero a Vimodrone. Pur nelle sue forme evolutive, la mia è una pittura figurativa, caratterizzata dall’uso dell’acrilico, spesso su tele di grande formato. Contorno le mie opere di una simbolica narrativa, sviluppata per cicli tematici.
L’iniziale pittura sociale. L’arte sacra, espressa in modo particolare attraverso le tavole della Biblia Pauperum. Il ciclo di “Il grido dell’uomo e il silenzio di Dio”, con immagini sull’uomo storicizzato nel suo dramma di esistere e le sue domande.
Altre opere narrano di viaggi fantastici e di incursioni dentro il mondo della “Follia creativa” e delle fiabe, a dare forme e colore a quell’essenziale, nascosto sotto alle apparenze e visibile solo agli occhi del cuore.
Di recente mi sono dedicato anche all’arte su strade, i murali, come espressione di arte pubblica. L’ultimo lavoro, dopo quello di Carugate e di Vimodrone, è stato il murale realizzato ad Ossona, dove è rappresentato “Al Gamba de Legn” con la vecchia stazione ed aneddoti correlati al mitico tranvai che collegava Milano con l’hinterland.
Ho esposto le mie opere soprattutto in spazi pubblici: chiese, teatri, scuole, sale comunali.

Autodidatta, attualmente mi ispiro alle forme e alla creatività di Emilio Tadini, alla simbolica di Marc Chagall, alla poetica e spiritualità di Davi Maria Turoldo, ma soprattutto alla fantasia creatrice dei bambini.