Nel 2007 la terza edizione di Photofestival presentava in un cataloghino tascabile quaranta mostre d’autore. Erano in molti a non credere che si sarebbe arrivati, dieci anni dopo, a diventare – grazie al lavoro, alla determinazione e alla disponibilità verso tutti gli operatori del settore – quell’importante appuntamento che ogni anno coinvolge addetti ai lavori e pubblico, contribuendo a far sì che Milano ribadisca sul campo il titolo di capitale italiana della fotografia. Confermiamo l’originale formula che dà rilievo ai nostri Palazzi della Fotografia, ma distribuisce le 151 mostre di autori affermati ed emergenti in una rete capillare di gallerie, musei, biblioteche, spazi espositivi pubblici e privati che dal centro si allarga alla periferia e all’hinterland, nell’ottica della Città Metropolitana.
Direzione artistica: Roberto Mutti
Comitato organizzatore: Giovanni Augusti, Dario Bossi, Cristina Comelli, Pierluigi Mutti
In mostra a Palazzo Pirola:
Jessica Zambellini, Nazzareno Berton e Sergio Carlesso – Ritratti fra presenza e assenza
Un unico tema accomuna, nei loro opposti approcci, queste due intriganti ricerche: il ritratto. Jessica Zambellini in Ad uno sconosciuto immagina di colpire l’attenzione di chi osserva distrattamente i suoi ritratti e autoritratti così esibiti da indurre chi neppure l’ha mai vista ad affermare di averla guardata negli occhi. Nazzareno Berton e Sergio Carlesso riscoprono in Reset un rapporto autentico con la natura fino a riappropriarsene e a immedesimarsi in essa con una loro presenza intensa ma anche discreta e quindi non immediatamente percepibile.
Claudio Argentiero – RitrArtisti
Claudio Argentiero e il ritratto d’artista. Un genere che si definisce tale quando riesce a far emergere l’immagine più intima, quando rende tangibile la poetica che anima l’artista. Un lento svelarsi alimentato dalla complicità e dal dialogo che l’autore instaura con il soggetto. La serie, dedicata a pittori e scultori, perfeziona la chiave interpretativa attraverso un uso creativo delle luci.
Alberto Bianchi, Innocente Pessina – La montagna incantata
Il disegno e la fotografia sono modi diversi ma paralleli di rapportarsi con la natura. Lo confermano le opere realizzate con il semplice ausilio di una matita da Innocente Pessina: nella serie Montagna che passione!entra nei dettagli di vette e crinali sfiorati dalle nuvole per restituircene tutta la grandiosità. Alberto Bianchi ricorre anch’egli al bianconero per ottenere in The Valley Tale fotografie classiche dove la luce conferisce all’insieme una intensa vitalità passando dalla visione d’assieme all’altrettanto spettacolare ricerca dei particolari.
Elio Luxardo – Tra fotografia e scultura
Come ogni bravo professionista Elio Luxardo sapeva esprimersi anche in ricerche personali che ancora oggi colpiscono per la loro bellezza asciutta e suggestiva. I nudi maschili sono il frutto dei giovanili esordi come scultore e provengono dalla sua capacità di considerare il corpo nella sua plasticità, lontana dalla morbosità come dalla retorica. Le sue immagini, provenienti dall’archivio della Fondazione 3M, hanno una plasticità scultorea capace di evocare una classicità antica e di anticipare la forza prorompente e sfrontata poi cara a Robert Mapplethorpe.
Orari di apertura: venerdì 16.00 – 19.00; sabato e domenica: 10.00 – 12.00 / 16.00 – 19.00
Ingresso libero
Inaugurazione venerdì 26 maggio 2017 ore 20.30
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